Il presidente dell’Associazione sollecita gli alunni Unitre a consultare il blog recentemente realizzato www.unitreaugusta.blogspot.com e considerarlo mezzo di socializzazione culturale e umana.
Egli volendo riprendere nel blog il “giornalino” interno, invita i soci studenti a seguire i prossimi corsi di informatica e gli incontri di esercitazione assistiti su PC personali. Inoltre sostiene che l’emancipazione informatica rappresenta un fattore attuale nel miglioramento della qualità della vita personale e sociale.
Per il prossimo Natale egli raccomanda a far pervenire entro breve tempo, possibilmente in forma elettronica, per essere pubblicati nel nostro blog, scritti su:
- Ricordi di un Natale particolare o diverso
- Poesie sul Natale
- Racconti personalmente creati sul Natale.
Questa iniziativa scaturisce di quanto si costata andando già in giro per la città e pur ancora nel mese di novembre, ecco che si intravede il prossimo Natale alle porte … e sorge spontaneo il ripercorre il tempo che scorre veloce e lascia una scia di ricordi.
Quanti “Natali” abbiamo vissuto ed impacchettato nella valigia delle nostre storie personali!
Quante emozioni si possono custodire nello scrigno dei nostri cuori!
Non regge alcuna matematica per rivedere certi films che ci hanno fatto gioire o proteggerci con il velo della tristezza.
La redazione
Racconti di un Natale
Un nostro socio, il Sig. Ugo Passanisi, anticipando il prossimo Natale ci regala una sua perla personale e preziosa:
NATALE DI GUERRA IN CIRENAICA
24 dicembre 1940: primo Natale di guerra.
Dal vasto cortile dell’ex- Penitenziario indigeno di Koefia, riattrezzato per ospitare alcune decine di famiglie sfollate da Bengasi, assistiamo sgomenti al consueto bombardamento notturno che, sistematicamente, sta mettendo in ginocchio la città. Lo spettacolo offerto dall’artiglieria contraerea con le scie luminose di migliaia di traccianti, e dal riverbero degli incendi provocati dalle centinaia di bombe incendiarie con cui ormai tutte le notti i bombardieri inglesi devastano indiscriminatamente il centro urbano, è, per noi ragazzi, poco più di un gioco, anzi, la nostra principale occupazione nelle ore libere dallo studio è quella di collezionare le schegge delle bombe disseminate sulle strade, incuranti, con l’incoscienza propria dell’età, del pericolo incombente.
Nel pomeriggio abbiamo assistito alla S.Messa celebrata nella piccola Chiesa dell’Istituto scolastico “San Giovanni Battista de La Salle ” gestito dai Fratelli delle Scuole Cristiane, ed il coro delle voci bianche dei giovani Convittori dell’ Istituto ha reso ancora più suggestiva la Funzione che è stata anticipata al primo pomeriggio per consentire poi ai fedeli di sfollare la città prima del buio, foriero del temuto bombardamento notturno.
Per lo stesso motivo di prudenza, anche la Messa officiata in Cattedrale dal Vescovo, Monsignor Candido Moro, è stata anticipata alle stesse ore, così come nelle altre Chiese della città.
Al termine della funzione religiosa abbiamo visitato lo stupendo Presepe elettromeccanico costruito, con la consueta abilità, da Fratel Amedeo, il “Mago del Presepio”, con decine di personaggi animati, acque correnti, cascatelle, ed il magico alternarsi del giorno e della notte, sistemato nell’ampio salone dell’Oratorio del Convitto, che lascia tutti attoniti per la sua meravigliosa complessità e la perfezione dei movimenti.
Solo molti anni dopo ho rivisto qualcosa di simile, sia pure in scala molto ridotta, alla Mostra dei Presepi di Regalbuto nel corso di una gita dell’Unitre al Lago Pozzillo, e, in quell’occasione, con indescrivibile emozione, la memoria mi ha riportato indietro di tre quarti di secolo a quell’ultimo Natale Cirenaico.
Poi, frettolosamente, e con i mezzi più disparati, chi in carrozzella, chi in bicicletta, chi perfino a piedi, abbandoniamo a sé stessa la bianca Bengasi, città martire della Cirenaica, devastata ed inerme, le cui buie strade deserte sono ora animate soltanto dai mezzi antincendio dell’UNPA e dei Vigili del Fuoco, e ci accingiamo a percorrere i sette chilometri che ci separano da Koefia, dove ci attende una cena della Vigilia, frugale e frettolosamente preparata, mentre già le tenebre incombono, inseguiti dal lugubre ululare delle sirene che preannunciano il nuovo attacco nemico dal cielo.
Sappiamo già che l’alba successiva non porterà ai bimbi i consueti doni del Bambino Gesù (non esiste ancora la consuetudine nordica di allestire l’albero di Natale, né il mito di Babbo Natale). Sappiamo che l’abituale, lauto pranzo di Natale non allieterà domani, come nei felici anni passati, le nostre mense. Non suoneranno a festa le campane delle Chiese per annunciare la nascita del Redentore, né le famiglie, vestite con i loro abiti migliori, animeranno le belle strade, i viali alberati e le splendide piazze della nostra città, scambiandosi lietamente gli auguri natalizi. Non ci sarà, in Piazza del Re, la Banda dell’Esercito, né la cerimonia dell’Alzabandiera .
Sappiamo già che ci attende il bagliore degli incendi e la greve cappa di fumo che gravita sulla città, mentre il pensiero, prima ancora delle gambe, ci porterà veloce verso le nostre case, ansiosamente sperando di non vederle ridotte ad un cumulo di macerie fumanti
25 dicembre 1940: a Tripoli, Capitale della Libia, a più di 1000 chilometri da noi, così come nella Madrepatria, la guerra non ha ancora fatto sentire la sua lugubre voce, e la vita continua come in tempo di pace: solo poche bombe lanciate nei primissimi giorni di guerra da sporadici aerei francesi provenienti dagli aeroporti della Tunisia hanno turbato il tranquillo fluire della vita in quella parte della “Quarta Sponda”. Poi, con la resa della Francia, anche quei pochi momenti di apprensione sono stati dimenticati. Soltanto noi, nelle immediate retrovie del fronte, sentiamo confusamente che i giorni sereni e felici della vita nella nostra più bella Colonia appartengono ormai al passato e non torneranno mai più.
(Ugo Passanisi)
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