Elogio in occasione dei funerali del Prof. Giuseppe Messina
celebrati il 19 marzo 2010 presso la Chiesa di Cristo Re di Augusta
Il Prof. Giuseppe Messina è stato chiamato a vivere la dimensione dell’eternità nel Regno di luce e di pace che il Padre celeste, buono e misericordioso, ha riservato ai suoi figli che credono in Lui e per i meriti del suo Figlio Unigenito, di cui a giorni verrà celebrata la ricorrenza delle sua morte e resurrezione, la Pasqua cristiana.
Il Prof. Messina è stato tra i docenti decani dell’UNITRE di Augusta – Accademia di Cultura, di Umanità e di Solidarietà – da lui molto apprezzata per il servizio che rende alla cittadinanza.
Nel corso dei tredici anni accademici della nostra Associazione ci ha donato con modestia, passione ed alta professionalità il suo sapere in varie discipline e su temi di grande attualità alla luce della storia, sempre in compagnia della Gentile Sig.ra Gina, alla quale assieme al figlio e ai nipoti porgiamo le più sentite condoglianze.
Sicuramente, noi tutti alunni che fino a qualche mese fa siamo stati arricchiti dal dono del suo sapere, ne abbiamo tratto esempio di vita e ne conserviamo un vivo ricordo di disponibilità al servizio, di eccezionale lucidità mentale ed espositiva, di profonda onestà intellettuale, di amore per la cultura e della rara virtù dell’umiltà dei grandi.
Sono certo che come in me, presidente-alunno dell’UNITRE, così in tutti i miei compagni di classe, rimarrà sempre viva la memoria del chiarissimo Prof. Messina, uomo di notevole cultura, e di cui certamente ne sentiremo la mancanza negli anni futuri.
Nella certezza della presenza del suo spirito tra di noi, oltre alla preghiera di intercessione per la sua cristiana vita eterna alla quale, da filosofo credente certamente sperava, anche ora, come per ogni sua fine lezione, vogliamo ringraziarlo e salutarlo con l’ultimo caloroso applauso.
Il Presidente
RICORDO DEL PROF. GIUSEPPE MESSINA 18 -03 - 2011
Non avevo con lui un rapporto confidenziale, anzi non lo conoscevo proprio prima d’incontrarlo nelle aule dell’ Unitre, ma, poche settimane prima che egli ci lasciasse avevo avuto con lui una breve conversazione, nel corso della quale avevo appreso di un sua pubblicazione, datata già di qualche anno, di cui non conoscevo l’esistenza. Si meravigliò di non avermene fatto omaggio di una copia, cosa che affermò di aver fatto con gran parte degli allievi iscritti all’Unitre in occasione di una sua lezione nel corso di un imprecisato anno accademico passato. Gli spiegai che, probabilmente, doveva averlo fatto in un periodo tragico della mia vita durante il quale ero stato ovviamente assente dalla vita dell’Associazione, e lui, con la cortesia e la signorilità che gli erano connaturate, si offrì allora di farmene trovare un esemplare presso il negozio del figlio, cosa che puntualmente fece qualche giorno dopo.
Il libro, autobiografico, ha un titolo non particolarmente accattivante, forse inadatto a sollecitare la curiosità del lettore: si intitola, infatti, “La carta stampata …e per cominciare un figlio”, e, probabilmente per questo motivo, finì dimenticato in uno scaffale della mia libreria senza che lo avessi neppure sfogliato. Oggi me ne rammarico perché, se lo avessi letto subito, non avrei potuto fare a meno, mentre egli era in vita, di testimoniargli la mia ammirazione per le sue qualità umane, per la straordinaria pervicacia - confinante con l’ostinazione - sostenute, certo, da un amore totale ed assoluto, dimostrate nell’educazione del figlio adottivo, rivelatosi così diverso da quella che sicuramente era la sua legittima aspettativa di padre.
Il libro, vivacissimo nella prima parte nella quale descrive gli anni della sua giovinezza, della guerra combattuta in Eritrea, della prigionia in India, è, nella seconda parte, essenzialmente la testimonianza di questa sua battaglia familiare, testardamente condotta contro un carattere ribelle, e conclusasi infine vittoriosamente. Certo, l’uomo non era solo in questo suo quotidiano cimento, avendo avuto in dono dalla sorte la fortuna di poter contare sulla costante presenza al suo fianco di una donna forte ed indomita come la Signora Gina , a pari merito, anche se – come capita – spesso umilmente nell’ombra, ma ciò non sminuisce per nulla il valore della sua vittoria nel compito arduo che il destino gli aveva assegnato. Non fosse altro che per questo, dunque, una vita degna di essere vissuta.
Quanto al suo valore in qualità di docente aduso a decenni d’insegnamento, noi dell’Unitre abbiamo avuto la fortuna ed il dono prezioso di poterne apprezzare, in innumerevoli occasioni, la lucidità di pensiero, l’innata capacità comunicativa che non ritengo eccessivo definire affascinante e coinvolgente, la brillante memoria, la vastissima cultura. Ad un anno dalla sua dipartita, la sua presenza aleggia ancora, allorché se ne pronuncia il nome, nelle aule dei nostri incontri. Noi dell’Unitre non lo dimenticheremo
Ugo Passanisi
Penso che ad Augusta siano poche le persone che non hanno conosciuto il professore Messina.
RispondiEliminaDa quando frequento l'Unitre, e sono ben otto anni, sono sempre stata presente alle lezioni che egli teneva e ritornavo a casa pensando che uomo di grande cultura fosse.
Resterà sempre nei nostri cuori.
Pina Daniele
Io sono una di quelle poche persone che,purtoppo, non ha conosciuto, il Prof. Messina, essendo una matricola dell'Unitre. Quando il Presidente Dr. Caramagno ha proposto il suo ricordo per l'anniversario della morte, ho avvertito intorno a me un brusio di approvazione, segno che anche gli altri alunni non avevano dimenticato la persona di cultura,umanità ed umiltà che li aveva accompagnati con le sue lezioni negli anni precedenti.
RispondiEliminaL'esposizione del suo ricordo, da parte del Sig. Passaninisi, me ne ha dato conferma.
Mi sono unita a questo caloroso abbraccio e mi propongo di leggere qualche testo scritto dal Prof. Messina , per conoscerlo meglio.
Tania Tudisco